Avere un sito web aziendale è facile. Essere in regola con le leggi un po’ meno…
Guida pratica agli obblighi di legge 2019. Dalla Privacy, alla Partita IVA fino alla Pec. Tutto quello che devi sapere se hai un sito web aziendale e vuoi evitare sanzioni…
Se hai un’azienda sai perfettamente che ogni anno un’impresa deve rispettare decine di adempimenti: dall’IVA all’IRAP passando per Inps, Inail… Questi adempimenti si traducono in 70 scadenze ogni 12 mesi, in pratica oltre una ogni 5 giorni! Una burocrazia soffocante che toglie ossigeno alle imprese italiane.
Per fortuna che c’è il web…
Già, perché nell’immaginario collettivo, obblighi di legge e scadenze riguardano solo il mondo reale e non quello virtuale. Diciamocelo chiaramente: per molti internet è ancora un luogo privo di qualsiasi regola, dove puoi trovare tutto e tutti.
Questo è vero solo in parte. Proprio questa “anarchia” che ha regnato in passato ha spinto verso un processo di regolamentazione che ormai è entrato nel vivo. Se l’entrata in vigore del GDPR nel maggio 2018 ha acceso i riflettori sul tema della privacy, le aziende che hanno un sito web devono rispettare una serie di obblighi di legge oltre al regolamento europeo sulla protezione dei dati.
2 siti su 3 non rispettano la legge
C’è di più: secondo alcune stime, 2 siti aziendali su 3 non rispetterebbero gli obblighi previsti dalla normativa italiana ed europea relativa alla pubblicazione di contenuti web ed al commercio elettronico.
Vediamo allora quali sono gli obblighi di legge 2019 per il sito web aziendale
Ti stai chiedendo se il tuo sito web rispetta tutti gli obblighi di legge? È tempo di scoprirlo…
Dati obbligatori in homepage
La homepage non deve avere solo appeal, ma deve contenere alcune informazioni sulla tua azienda. Nello specifico, l’articolo 2250 del codice civile prevede per le società di capitali questi dati obbligatori online:
- Partita IVA
- Ragione sociale
- Sede legale
- Ufficio del registro delle imprese presso il quale la Società è iscritta e relativo numero di iscrizione
- Capitale sociale versato
Mentre le società di persone possono limitarsi a indicare solo la Partita IVA nella homepage.
Gli obblighi di legge per gli ecommerce
Gli ecommerce sono dei negozi a tutti gli effetti. Come tali, sia che operino in ambito B2B che B2C, ci sono degli adempimenti burocratici da rispettare prima di iniziare l’attività e sono:
- Iscrizione alla Camera di Commercio
- Presentazione della SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive
- Comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’indirizzo del sito web, dei dati identificativi dell’Internet Service Provider, dell’indirizzo di posta elettronica e di eventuali altri recapiti
Queste regole valgono sempre, eccezion fatta per quelle attività che generano ricavi fino a 5 mila euro all’anno che possono essere considerate occasionali che sono soggette a ritenuta d’acconto e non sono obbligate all’apertura di un Partita IVA.
Ecommerce: obiettivo trasparenza
Una volta esauriti questi adempimenti per avviare un negozio online e rispettati i dati obbligatori previsti per tutte le aziende, ci sono altre regole da rispettare. Si tratta di quelle previsti dal decreto legislativo 70/2003 in fatto di trasparenza. Il punto è che gli utenti devono essere a conoscenza dei diritti, degli obblighi e delle spese connessi agli acquisti su un qualsiasi ecommerce.
- Le aziende che vendono prodotti e/o servizi online devono indicare in modo chiaro e trasparente i prezzi e le tariffe applicate per i beni o servizi che pubblicizzano.
- Le spese di consegna devono essere indicate chiaramente e in modo separato dall’indicazione del prezzo di vendita del prodotto. Devono essere fornite tutte le informazioni rilevanti per la consegna dei beni.
- Deve essere fornita l’indicazione delle fasi con cui si arriverà alla conclusione del contratto e quindi alla vendita del prodotto o servizio.
- Deve essere ben chiaro nel sito quali sono le modalità per contattare l’azienda
- Obbligo di indicare l’organismo chiamato a dirimere eventuali controversie tra cliente e venditore
- Inoltre, per le attività con licenza, concessione o autorizzazione è obbligatorio inserire le indicazioni dell’autorità di vigilanza di riferimento.
Pubblicazione dell’informativa sulla privacy
Il Garante per la privacy prevede che, ai sensi dell’articolo 13 del Regolamento europeo 2016/679, ogni sito web debba indicare nella propria informativa sulla privacy:
- Titolare del trattamento
- Responsabile della protezione dei dati
- Base giuridica del trattamento
- Tipi di dati trattati (dati di navigazione, dati comunicati dall’utente, cookie e altri sistemi di tracciamento) e finalità del trattamento
- Destinatari dei dati
- Diritti degli interessati
- Diritto di reclamo
GDPR, quali obblighi in sintesi
I dati debbono essere trattati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell’interessato. Le cose avrebbero dovuto essere sempre così. Tuttavia, dal 2018 con l’entrata in vigore del GDPR chi non rispetta queste regole va incontro a sanzioni a dir poco salate (possono arrivare a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente!).
In estrema sintesi possiamo dire che le aziende sono tenute a:
- Individuare i dati trattati dalla propria organizzazione
- Ottenere il consenso informato da parte dei titolari dei dati
- Tutelare la riservatezza dei dati (mediante impiego di crittografia)
- Rispettare le procedure standard di protezione
- Verificare le misure tecniche adottate per garantire la piena integrità dei sistemi e dei servizi di trattamento
- Nominare un Responsabile della Protezione dei Dati
- Ripristinare tempestivamente la disponibilità e l’accesso ai dati personali in caso di incidente fisico o tecnico
Insomma, avere un sito web aziendale è facile. Essere in regola con le leggi un po’ meno… Ecco perché è importante conoscere tutti gli adempimenti a cui far fronte e, qualora il sito web della tua azienda non rispetti tutti gli obblighi di legge rivolgersi ad un partner competente e affidabile che regolarizzi al più presto il sito web aziendale.
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