Un sito non è per sempre.
Anche se graficamente “luccica” ancora come un diamante, ogni sito web invecchia sotto i colpi dell’obsolescenza digitale programmata.
Nelle prossime righe vedremo come risolvere realisticamente questo problema.
La prima cosa che devi sapere è che non esiste alcun elisir di vita eterna. Ma devi anche essere consapevole che, se intervieni per tempo, puoi limitare o addirittura ridurre a zero i rischi di questo processo (purtroppo) inevitabile.
Cosa è l’obsolescenza programmata
Con obsolescenza programmata (o pianificata) digitale si intende il processo per cui una risorsa digitale non è più accessibile. Nel mondo IT, esistono tre tipi di obsolescenza:
- Obsolescenza causata da hardware
- Obsolescenza causata da software
- Obsolescenza causata da remoto
L’esempio più celebre di obsolescenza causata da hardware è il floppy disk oggi semplicemente inutilizzabile perché il supporto fisico (hardware, appunto) non è più prodotto e integrato nei computer.
Esiste anche l’obsolescenza causata dai software. Ci si riferisce in particolare a quando il sistema operativo di un computer non possiede più i driver necessari a far funzionare correttamente un programma on premise, vale a dire installato su quello stesso dispositivo.
Ma quella che interessa a noi oggi è la terza categoria, ovvero l’obsolescenza programmata da remoto, vale a dire quella che riguarda i siti internet fruibili (parzialmente o totalmente) con recenti versioni dei browser e dei loro plug-in o estensioni.
Partiamo da un presupposto: ogni browser utilizza il proprio sistema di interpretazione di CSS e HTML, ovvero dei linguaggi di programmazione più comuni con cui è realizzata una pagina web.
Il punto è che questi codici cambiano continuamente attraverso nuove release che le grandi società del web sviluppano e distribuiscono gratuitamente agli utenti per un determinato periodo di tempo.
In teoria (e in pratica) queste evoluzioni servono a migliorare le performance dei siti sui dispositivi che li visualizzano e permettono anche di supportare nuove funzionalità.
Solo che per farlo hanno bisogno di nuove tecnologie non presenti negli standard di pochi anni prima.
Pensa a chi aveva realizzato un sito statico agli inizi degli anni 2000 quando tutte le visualizzazioni o quasi avvenivano da computer desktop o laptop.
Col passare degli anni, gli utenti hanno iniziato ad usare sempre più smartphone e tablet per accedere alla rete e così tutti i vecchi siti statici risultavano di navigazione difficile se non impossibile.
Oggi tutti i siti sono responsive, ovvero ottimizzati per i dispositivi mobile, ma chi li aveva realizzati con approccio statico è dovuto intervenire per rifarli perché questi risultavano di fatto inutilizzabili.
Esattamente come avviene per smartphone, computer, tablet. Dopo alcuni anni dall’acquisto o dal lancio sul mercato, il prodotto diventa semplicemente inutilizzabile.
A questo proposito, è di questi giorni la notizia che un’associazione dei consumatori italiana (Altroconsumo) ha avviato una class action contro Apple chiedendo un risarcimento di 60 milioni di euro al colosso americano di Cupertino che, attraverso gli aggiornamenti del firmware iOS 10 e 10.1.2 per gli iPhone 6 avrebbe compromesso le performance dei dispositivi.
Al di là di questo esempio eclatante, il punto è che anche nel mondo del web esiste un processo di obsolescenza digitale programmata che porta i siti web ad “invecchiare”.
Sfatiamo un mito sui siti web
Qualcuno potrebbe dirti che se il tuo sito è online da diversi anni, la perdita di determinate funzionalità è causata solo dalla mancanza di aggiornamenti.
Non è così.
Certo, è importante che i tools e i sistemi che governano piattaforme di Content Management System (WordPress, Joomla ecc) hosting e domini siano sempre aggiornati alle ultime versioni disponibili.
Tuttavia, dopo alcuni anni, anche un sito costantemente aggiornato, smette di funzionare correttamente proprio per quell’inevitabile processo di obsolescenza da remoto.
In sostanza non è più aggiornabile. Punto.
Passati 4 o 5 anni (e nonostante tutti gli update possibili e immaginabili) di solito il tuo sito internet smette di funzionare correttamente. Questo avviene perché il linguaggio di programmazione diventa obsoleto e non rispetta più gli standard imposti dai grandi produttori di browser.
I “segni del tempo” online
Come ti accorgi che il tuo sito sta invecchiando? I sintomi più frequenti sono:
- Errori di download
- Problemi nel caricamento file
- Problemi di visualizzazione di video e/o immagini
- Alert rispetto a possibili problemi di sicurezza
- Visualizzazione della schermata: Errore 404 il client non è in grado di comunicare con il server
Come risolvere il problema dell’obsolescenza digitale programmata
Se stai per disperarti, abbiamo una buona notizia per te: NON stai per perdere il tuo sito web.
Attraverso un intervento professionale da parte di un’agenzia web specializzata puoi stare alla larga da qualsiasi problema.
Intendiamoci, non si tratta di un semplice restyling grafico, questo deve essere chiaro. Serve un intervento di rielaborazione complessiva. Ovvero: devi rifare il sito.
Perché solo un intervento di questo tipo ti permette di:
- Conservare tutti i contenuti attualmente presenti sul tuo sito
- Aggiungerne di nuovi
- Mantenere il posizionamento organico conquistato nel tempo
Insomma l’obsolescenza programmata è odiosa, lo sappiamo. Ma sappiamo anche che cercare di combatterla, a un certo punto, è un po’ come andare contro i mulini a vento.
E allora il consiglio migliore è quello di affidare la gestione degli aggiornamenti ad un partner esperto nel mondo digital. Qualcuno che sia disponibile (ed in grado) di assicurarti un’assistenza costante nel tempo.
Da parte tua, è importante segnalare prontamente ogni problema di visualizzazione, compatibilità o caricamento che si verifica di modo che chi ti segue possa intervenire al più presto per risolvere il problema.
Ma il compito di una web agency è anche quello di garantire il rifacimento del sito web dei clienti prima che i segni dell’obsolescenza siano irreversibili.
Questo per evitare che una situazione del genere provochi un danno di immagine all’azienda e la penalizzi lato seo dal punto di vista del posizionamento. E senza contare che, a lungo andare, manutenzione e aggiornamento risultano sempre più lunghe e difficoltose e di conseguenza costose.
Insomma, niente “accanimento terapeutico”, a un certo punto arriva il momento di mandare in pensione anche un sito web.