Ogni sito è unico, ma i browser con cui gli utenti lo visualizzano sono diversi. E questo, di per sé, significa che non tutti potrebbero visualizzarlo correttamente. Ma se il sito non è recente, questi problemi si accentuano e, col tempo, anche i rischi in termini di sicurezza informatica aumentano.
Perché succede questo? Nelle prossime righe scopriremo quali sono gli aspetti principali della compatibilità tra browser, con un focus particolare sull’obsolescenza programmata digitale e sui problemi che questa causa proprio in termini di visualizzazione e navigabilità dei siti web.
Prima, però, ecco una domanda per te: quale browser utilizzi?
I browser di navigazione
I browser, ovvero i software che permettono la navigazione in Rete sono diversi: i più utilizzati sono:
- Google Chrome
- Microsoft Edge
- Mozilla Firefox
- Safari (in ambiente Mac)
- Opera
- DuckDuckGo
Non è tutto: ciascun browser di solito ha una versione desktop e una per mobile, quindi il concetto di compatibilità si amplia ulteriormente.
In più esistono tantissimi browser diversi e ciascuno di essi ha numerose versioni. Questo significa che i problemi di compatibilità non mancano. In primis, dobbiamo dire che le versioni meno recenti non supportano le nuove tecnologie per una questione di obsolescenza digitale programmata mentre i programmi meno diffusi potrebbero presentare qualche bug.
A questo proposito, basti pensare che Chrome 49 è l’ultima versione supportata per Windows XP e Vista, un dato che da solo ci dice molto anche sui dispositivi su cui è in uso.
Il punto è che ogni browser utilizza un sistema proprietario di interpretazione dei codici che compongono una pagina web.
I Codici CSS e HTML
L’HTML (HyperText Markup Language) è appunto un linguaggio di programmazione necessario a definire qual è la funzione dei vari elementi di una pagina web, dal punto di vista della struttura e della formattazione. In particolare, si riferisce ad elementi testuali ed è quello che permette, sostanzialmente, di dividere i testi con titoli (H1, H2, H3, paragrafi…).
Il CSS (Cascading Style Sheets) è un altro tipo di codice che si applica all’HTML e serve a definire l’aspetto grafico degli elementi di una pagina web. Con il CSS possiamo stabilire colori, dimensioni, posizioni dei vari elementi. Possiamo quindi dire che il CSS è quindi il linguaggio che dà forma e colore alle pagine web.
CSS e HTML non vengono rilasciati in maniera totalmente identica. Un esempio chiaro in tal senso è rappresentato dal margine di default che essi assegnano ai vari elementi nella pagina, come paragrafi o intestazioni.
Basta anche una differenza di pochi pixel di margine per modificare l’output di visualizzazione del sito.
Ma il principale problema di compatibilità di un sito è quello che riguarda le innovazioni nei codici e il lento adattamento di alcuni browser.
Il codice si evolve, ma spesso quando accade, il browser non possiede ancora le funzionalità che gli permettono di supportare le novità introdotte. Per questo vengono effettuate delle periodiche release di questi software. Almeno fino a quando le aziende che sviluppano questi strumenti di navigazioni sono in grado di adattare il software alle evoluzioni di codice.
È evidente come problemi di visualizzazione o navigabilità difficile aumentino la frequenza di rimbalzo degli utenti che atterrano su un sito web ma non riescono ad ottenere una user experience soddisfacente. Ma può anche succedere che un codice male interpretato da un browser incida sulla veridicità delle statistiche e degli analytics che misurano gli indici di performance di un sito web.
Il paradosso di Explorer
Explorer era quello che per tutti, fino a una decina d’anni fa era il browser, o semplicemente internet. Eppure, oggi è quasi del tutto scomparso. Perché?
In passato, Internet Explorer è stato ottimizzato per aumentare la semplicità di utilizzo ma ha accumulato quello che gli sviluppatori definiscono un “debito tecnico”.
Questo, in parole povere, significa che oggi navigare un sito con Explorer non solo è difficile (molte funzionalità non saranno accessibili) ma anche poco sicuro perché molto più esposto agli attacchi informatici.
Per la verità, già dal 2015 Microsoft aveva cominciato ad abbandonare questo browser sviluppando programmi alternativi come Microsoft Edge. Però, a partire da quest’anno,1 tutti i servizi di Microsoft legati alla suite Microsoft 365 (compresi Outlook e Office in versione online) non sono più compatibili con questo browser.
Questo significa che qualsiasi nuova funzionalità verrà introdotta in questi mesi non sarà accessibile tramite IE così come le nuove release della celebre suite.
Obsolescenza programmata: il caso di Windows 7
Un esempio di obsolescenza programmata è rappresentata da uno dei sistemi operativi più utilizzati: Windows.
Un anno fa, era il gennaio 2020, Microsoft ha concluso il periodo di supporto a Windows 7 dopo 10 anni.
Nei primi 5 anni l’azienda aveva garantito l’assistenza tecnica e il rilascio periodico di aggiornamenti e patch di sicurezza per la risoluzione di quei problemi che, inevitabilmente, ogni software presenta. Nei secondi 5 anni, ha limitato il supporto ai soli aggiornamenti di sicurezza.
Insomma, l’obsolescenza programmata è un problema che nel mondo IT non riguarda solo i dispositivi ma anche tutta quella sezione software che copre sistemi operativi, browser di navigazione e tools di content management. Ma è soprattutto una questione di user experience, analytics e sicurezza. Ecco perché avere un sito non aggiornato o navigare con versioni meno recenti dei browser oltre che poco conveniente è poco consigliato.